CASA


È stato detto: “Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo”.

Nelle settimane del lockdown il ritorno a casa è stato quasi definitivo: all’improvviso abbiamo saputo che l’indomani non saremmo più potuti uscirne, senza la certezza di quanto avremmo dovuto restarvi.
Così le mura domestiche sono diventate i confini del nostro nuovo mondo: e ciò che ci serviva da quel momento in avanti siamo stati costretti a cercarlo lì, fra la sala e la cucina, il bagno e la camera da letto, con il terrazzo o il giardino come satellite per i più fortunati.


In queste circostanze la casa ha rivelato appieno la sua natura, come la definiva il grande architetto Le Corbusier, di “macchina per abitare”. Con la versatilità di una macchina – i cui componenti si possono smontare e riassemblare per nuovi scopi – essa è diventata luogo di lavoro, palestra, aula scolastica, cinema, teatro o sala da concerti, kinderheim.

Ma non per tutti. Perché a dispetto di chi ha descritto il Covid-19 come un “equalizzatore sociale” e un “virus democratico”, per le fasce più vulnerabili della società la casa è rimasta la prigione di sempre – un luogo di degrado, di promiscuità forzata, in certi casi di emarginazione – con la pena ulteriormente inasprita dall’impossibilità dell’ora d’aria.




Napoli, 12 novembre 2020. Funerale celebrato nel giardino di una casa privata. A causa della pandemia e delle conseguenti limitazioni nello svolgimento del rito, i presenti hanno registrato alcuni video da condividere con chi non ha potuto partecipare.




Orti urbani, Livorno, Toscana.




Vincenzo, 28 anni, al lavoro nella sua camera. Allo scoppio dell’epidemia e alla pubblicazione del DPCM del 9 marzo, Vincenzo era già nel suo paese di origine: San Prisco, in Campania. Dopo un colloquio in quarantena, all’inizio di maggio ha iniziato a lavorare da remoto per la sede milanese di una società internazionale di ingegneria, per la quale si occupa di progettazione di impianti meccanici. La società al momento gli concede di lavorare dal suo paese in attesa di un eventuale trasferimento.




Cervia, Emilia-Romagna, aprile 2020.




Milano, Via dei Missaglia. Le persone sono costrette a restare in casa per via dell’ordinanza sul coronavirus. Luci accese nelle case in contrasto al vuoto delle strade.




San Cataldo, Sicilia, aprile 2020. Due donne alla finestra guardano le nuvole di un giorno di primavera.




Milano. Laura Morelli suona il campanello per effettuare una consegna. Lavora come rider per un’azienda di delivery.




Niccolò, costretto dal lockdown nella sua casa in provincia di Latina con i genitori, in uno dei momenti di sconforto a causa delle tante piccole abitudini quotidiane di cui deve fare a meno.




Giorgia, 23 anni, e Marco, 25, lavorano rispettivamente come copywriter di moda e web designer. Grazie al tempo sospeso durante il lockdown hanno recuperato una nuova armonia.




Paola Mirra è incinta di Bianca ed è al settimo mese di gravidanza. Assieme al partner Andrea Calicchio sta scegliendo un quadro da appendere su una parete del loro appartamento di Milano.




Danilo, 31 anni, fotografo, ha vissuto un’interruzione drastica del lavoro a causa del lockdown. Nelle settimane di isolamento nella sua casa bolognese guardava il mappamondo con la speranza di poter tornare presto a viaggiare.




San Cipriano Picentino (Salerno). Teresa Tastardi è separata ed è la giovane mamma di due bambine di 8 e 11 anni. Lavora in un supermercato come commessa e per prudenza ha mandato le figlie dalla nonna. Da allora Teresa passa molto tempo nella loro cameretta.




Pechino (Cina). Andrea ha 60 anni ed è un film-maker e un fotografo che vive in Cina da 40. Qui è con la compagna Jin Xiaobei, una casalinga di 50 anni, e i figli Giulio, 14 anni, e Lia, 12. Andrea: “Una cosa che mi ha sconvolto dell’Italia durante il lockdown sono le multe. In Cina non sono mai esistite e non ci sono nemmeno poliziotti in giro per i controlli. Tutta la popolazione è coinvolta e si autodisciplina”.




Milano, Piazza Zavattari. Le persone sono costrette a restare in casa per via dell’ordinanza sul coronavirus. Luci accese nelle case in contrasto al vuoto delle strade.




Blello, in provincia di Bergamo, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Qui la famiglia Locatelli gestisce una piccola azienda casearia. Da sinistra: Caterina (77 anni) col marito Carlo (84), la nipote Daniela (18), il figlio Giorgio (52) e il nipote Claudio (8).




Milano. Noemi Ventura, educatrice scolastica a contratto, da quando è iniziato il lockdown e la scuola ha chiuso non ha più il lavoro e non percepisce compenso. Noemi vive - insieme a Elsa Radaelli - in una casa messa a disposizione da Fondazione Progetto Arca, che le fornisce anche aiuti alimentari.




Fiore Doni, insegnante di tedesco in pensione, fa yoga con la figlia Karin Freschi, insegnante alla Scuola di Ganga Yoga di Milano.




Valeria, 29 anni, lavora a Versailles, e Fabio, 42, a Bologna. Hanno deciso di lasciare Skype acceso giorno e notte, anche senza parlare ma solo per sentirsi vicini, per avvertire la presenza nonostante l’assenza. Leggendo ognuno il proprio libro in silenzio, o cenando insieme.




Vincenzo Zitello, arpista e compositore, ha usato questo periodo in cui tutti i suoi concerti sono stati cancellati per terminare un lavoro discografico sul tema del “Bestiario medioevale”, creando dei ritratti sonori. Un lavoro che spazia tra la world music, la classica e la musica antica, rimasto fermo a lungo proprio per i numerosi impegni concertistici.




Milano, Elsa Radaelli, educatrice scolastica a contratto, da quando è iniziato il lockdown e la scuola ha chiuso non ha più il lavoro e non percepisce alcun compenso. Elsa vive - insieme a Noemi Ventura - in una casa messa a disposizione da Fondazione Progetto Arca, che le fornisce anche aiuti alimentari.




Elia Rollier, videomaker e creatore del progetto Cinevan che proietta pellicole cinematografiche nei cortili e nelle piazze d’Italia. Per il 25 Aprile, a causa dell’impossibilità di organizzare cortei, ha chiesto a gruppi di persone di realizzare una serie di proiezioni dalle finestre delle proprie case sulle facciate degli edifici di fronte.




Roma, Torpignattara. Una coppia danza su un terrazzo condominiale. Sullo sfondo uno scorcio dell’Acquedotto Alessandrino.




Milano, la famiglia Falcone abita in una casa popolare e vive con la cassa integrazione di Daniele, operaio: la moglie Maria Paola non lavora, Marika si sta laureando in giurisprudenza e Marco (sul suo letto) lavorava come elettricista all’aeroporto di Linate ma non gli è stato rinnovato il contratto. Per questo motivo ricevono periodicamente aiuti alimentari dalla Caritas.




Bologna, aprile 2020. Danilo, 31 anni, fotografo, e Claudia, 32 anni, assistente dell’amministratore delegato di un’azienda, costretti in casa durante il lockdown, hanno accatastato in modo caotico in un angolo dell’appartamento gli abiti corrispondenti ai colori delle giornate a cui hanno dovuto rinunciare.




Milano, Paolo De Amicis, rappresentante di Vodafone, lavora dal divano di casa. Accanto a lui c'è la figlia Giuditta, 22 anni, che studia chimica all'Università Statale.




Napoli, quartiere Porta San Gennaro. I napoletani sono in quarantena a casa per contrastare la pandemia di Covid-19. Molti salgono sulle terrazze dei condomini alla ricerca di uno spazio all'aperto. Padre e figlio hanno allestito la terrazza della loro casa in previsione di trascorrere l'estate in città.




Milano. Anita D’Amanzo con la figlia Maddalena. La ragazza è al computer che i genitori hanno dovuto acquistare per permetterle di seguire le lezioni online. Anita non lavora e ha la sclerosi multipla. Il marito Alessandro, affetto da artrogriposi fin dalla nascita, percepisce una pensione di invalidità che però non è sufficiente: per questo la Caritas li sostiene fornendo loro aiuti alimentari.




A Casalpusterlengo, un posto di blocco presidiato dai carabinieri impedisce di entrare nella cosiddetta “zona rossa”, pochi giorni dopo che il primo paziente italiano di Covid-19 è stato individuato nelle vicinanze.




Irma, in provincia di Brescia, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Tre abitanti di fronte a un vecchio fabbricato del centro. Dal basso, Oscar Zeni, Tiziano Calcari e suo figlio Paolo.




Pradalunga (Bergamo). Omar 42 anni, regista, e Silvia, 35, insegnante di sostegno, coi figli Claudia e Daria, di 4 e 2 anni. Omar: “Qui si sentono solo ambulanze e campane a lutto. La casa ormai è un asilo improvvisato, ma almeno questo ci distrae dalla pandemia, perché siamo così presi che ne parliamo solo la sera dopo avere messo a letto le bambine”.




Milano, la consulente Valentina Mutti fa yoga da casa, seguendo online le lezioni della sua scuola, la Ganga Yoga.




Fulvia e Aldo, due volontari della Onlus Ronda della Carità e Solidarietà, con una senzatetto che vive in una tenda in piazza San Babila a Milano.




Milano. Vevek Zingali studia con l’iPad sotto gli occhi del papà Alessio, dopo che la sua scuola elementare gli ha inviato i compiti via email.




Milano. Calogero Amato, 56 anni, vive con la sua compagna, le due giovani figlie e il cane Chicco. Abitano in una casa popolare nella zona della Barona e ricevono un reddito di cittadinanza di 500 euro al mese. Calogero lavorava come parcheggiatore vicino allo stadio di San Siro, ma il campionato di calcio si è interrotto a causa dell'emergenza. Oggi riceve pacchi alimentari dalla Caritas.




Abdul vive con la moglie Abideni e i figli Waris e Beauty in un piccolo appartamento della parrocchia di Erve (Lecco). Sono seguiti dall’Associazione Il Gabbiano. Partiti insieme dalla Nigeria, sono stati separati in Libia, lei con un bambino di 5 anni e incinta della seconda figlia. Entrambi hanno vissuto esperienze drammatiche prima di sbarcare separatamente in Italia, senza avere notizie l’uno dell’altra per un anno. Dopo essersi ritrovati e aver iniziato a ricostruirsi una vita, sono rimasti bloccati in casa dal Covid-19.




Magasa, in provincia di Brescia, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Rosetta Gottardi, 92 anni, ha lavorato tutta la vita come contadina. “Ho fatto il primo esame del sangue della mia vita due anni fa”, dice. “Era tutto perfetto”.




Bollate (Milano). Franco Iannarone, affetto da insufficienza respiratoria grave con bronchite cronica, ha appena ricevuto un’unità base di ossigeno della Vivisol, azienda del gruppo Sol che si occupa di assistenza domiciliare in ambito sanitario.




Davide vive a Madrid e produce occhiali. Fabrizio, regista e videomaker, abita a Bruxelles. Sono fratelli e si tengono in contatto con frequenti videochiamate, alle quali partecipano anche i loro figli. Dopo Pasqua, Davide avrebbe voluto andare con la famiglia a Bruxelles ma il progetto è stato accantonato. Sperano di potersi incontrare la prossima estate per trascorrere le vacanze insieme, come ogni anno. Sono però consapevoli che potrebbe saltare tutto.




Montopoli di Sabina (Rieti). Anna, 8 anni, nella sua cameretta mentre gioca a fare la maestra con i suoi peluche. Nelle case di campagna (come quella dove Anna ha trascorso le settimane del lockdown) la didattica a distanza non è stata facile a causa del digital divide: connessione lenta, scarse conoscenze informatiche o mancanza di un computer.




Montopoli di Sabina (Rieti). La gatta Mousse si concede un lungo riposo nella cucina di Elisabetta, maestra delle elementari ora a casa in smart working.




Blello, in provincia di Bergamo, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Tra i suoi abitanti, la famiglia Locatelli. Da sinistra: Lorenzo, Enrico, Silvia e Matteo.




Gianluca, 35 anni, e Irene, 31, sono rispettivamente un musicista e professore di musica e un architetto. Non avevano mai trascorso così tanto tempo insieme come in questo periodo. L’isolamento ha giovato alla coppia e al lavoro: Gianluca ha scritto un disco nuovo e Irene si è dedicata a nuovi progetti.




Roma. Quattro ragazzi danzano sul loro terrazzo condominiale, partecipando a un flashmob durante il lockdown.




Roma. Ilenia, 33 anni, impiegata presso un tour operator, Daniele, 30 anni, impiegato in una multinazionale americana, e i figli Diego, 4 anni, e il piccolo Nathan, di nove mesi. Ilenia: “Mi immagino, in futuro, una vita con dei limiti. Non ci saranno le solite vacanze e, se ci saranno, avremo regole e restrizioni. Spero che, almeno fra parenti, ci si possa riabbracciare a breve”.




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